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Le inesattezze dei media " IL CASO DELLA BICICLETTA DI FAUSTO COPPI" [Risolto], Fortunato Cristiano - Grumo Nevano

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view post Posted on 3/1/2011, 08:05 by: adp




Il mito di Fausto Coppi

fonte: ilgiroditalia.it

51 anni fa, il 2 gennaio del 1960, ci lasciava l’atleta più vincente della storia del ciclismo italiano, il cui nome oggi è divenuto sinonimo di campione anzi di “campionissimo”: Fausto Coppi.
Eccellente scalatore, cronomen e passista di fisico gracile e longilineo, Coppi aveva dalla sua una capacità polmonare (6,5 litri) e un cuore potente (44 pulsazioni al minuto a riposo), che gli consentivano un rendimento eccellente sotto sforzo. Nato a Castellania in provincia di Alessandria il 15 settembre del 1919, Fausto cominciò a mettersi in evidenzia nel 1939 quando, correndo senza squadra, riuscì a far sue ben 7 gare e a conquistare un terzo posto al Giro dell’Appennino e al Giro del Piemonte (nonostante i problemi al cambio). Quest’ultimo piazzamento gli valse un contratto per la Legnano di Bartali con la quale partecipò al suo primo Giro d’Italia nel 1940, vincendolo nello stupore generale grazie sopratutto all’aiuto del ciclista toscano. Un Bartali che non poteva immaginare in quel momento di star aiutando a consacrare quello che sarebbe divenuto il suo più grande rivale nel dopoguerra. Bartali infatti considerava Fausto solo un “acquaiolo” (gregario) ed era effettivamente quello il ruolo di Coppi all’inizio di quel Giro. La caduta di Bartali però sconvolse le gerarchie interne e Fausto lasciò il segno per la prima volta andando a vincere la Firenze-Modena con un attacco sull’Abetone, che gli consentì di indossare la maglia rosa. Fu l’unica tappa vinta dal giovane corridore quell’anno ma fu sufficiente a farlo arrivare in rosa a Milano a 20 anni e 8 mesi, più giovane vincitore del Giro d’Italia ancora oggi. Il giorno dopo questa affermazione l’Italia entra in guerra e il “coscritto Fausto”, come fu definito dalla Gazzetta dello Sport, fu mandato a combattere con la sua divisione in Africa dove fu fatto prigioniero dagli inglesi. Rientrato a Napoli come attendente di un capitano britannico fu presentato a Gino Palumbo, caporedattore del quotidiano “la Voce”, il quale, grazie a un inserzione, riuscì a procurargli la prima bici donatagli da un falegname del paesino di Grumo Nevano. In seguito, approdato a Roma, fu tesserato per la S.S Lazio direttamente dal costruttore Nulli che gli fornì anche bici da corsa e vestiario. Coppi così potè tornare finalmente e gradualmente alla normalità vincendo i primi trofei e sopratutto la prima gara nazionale (Circuito degli Assi di Milano) e internazionale (Circuito di Lugano) disputata dai professionisti italiani nel dopoguerra. Nel 1946 Coppi passa alla Bianchi dove diviene capitano ed esordisce vincendo per distacco la Milano-Sanremo (dopo il suo arrivo la radio pronunciò la celebre frase: “primo classificato Coppi Fausto, in attesa del secondo classificato trasmettiamo musica da ballo”). Al Giro d’Italia Fausto parte male perdendo nella Chieti-Napoli ben 4′ da Bartali, che approfitta della brutta giornata ... leggi tutto
 
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15 replies since 28/1/2010, 16:13   2815 views
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