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Francesco Landolfo, Sabato 19 Gennaio 2008 apposizione della targa al Liceo scientifico di via Dante a lui dedicato.

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angelo.c
view post Posted on 18/1/2008, 01:27 by: angelo.c




Sabato 19 gennaio, ore 10,30. via Dante Grumo Nevano (Na) apposizione targa su nuova scuola intestata a Francesco Landolfo.
SCUOLA DI GRUMO NEVANO INTESTATA A FRANCESCO LANDOLFOimage

SABATO 19 GENNAIO A GRUMO NEVANO
VIA DANTE NUOVO ISTITUTO SCOLASTICO
ORE 10. 30
APPOSIZIONE DELLA TARGA ALLA PRESENZA DEL SINDACO, AUTORITA' COMUNALI E ISTITUZIONI VARIE

Omaggio del Comune natio: scuola intitolata a Francesco Landolfo.
LA Giunta comunale: Esempio per i giovani giornalisti”.

IL COMUNE DI GRUMO NEVANO

Grumo Nevano14 dicembre 2007
La Giunta comunale di Grumo Nevano, (Na), ha deciso di intitolare l’edificio scolastico di via Dante Alighieri, di proprietà del Comune ed in via di trasferimento alla Provincia di Napoli, alla memoria del giornalista Francesco Landolfo (nella foto) deceduto improvvisamente il 19 ottobre 2006.

Nella motivazione della delibera si legge, tra l’altro: “Ritenuto che per i suoi meriti e la sua dirittura morale Francesco Landolfo sia di esempio per le giovani generazioni e meritevole di essere ricordato ai posteri la Giunta ha deciso di intestargli la scuola”.

A corredo della delibera, approvata il 13 dicembre 2007 e resa immediatamente esecutiva, c’è anche la biografia di Francesco Landolfo. Trascorsi i 15 giorni previsti dalla pubblicazione, si procederà subito ad intitolare la scuola.

Entro la fine dell’anno l’iter dovrebbe essere completato.

(estratto dall’articolo di Benny Maiello pubblicato il 14 dicembre nell’inserto del Roma, Il Giornale di Napoli)

NOTA DEL 15 DICEMBRE 2007

Nel rallegrarmi per la decisione del Sindaco e della Giunta tutta comunico che, appena nota, la data di apposizione della targa verrà comunicata attraverso il sito per consentire ai soci di essere presenti.
Gianpaolo Necco
Articolo del 15/1/2008
di Gianpaolo Necco

Il ricordo di un amico:

Francesco Landolfo, vicedirettore del "Roma" e presidente Arga Campania, firma storica del giornalismo italiano, spentosi improvvisamente giovedì scorso, lascia un ricordo indelebile ed un vuoto incolmabile in quanti hanno avuto il piacere di conoscerlo.

L’uomo senza spazio né tempo.

Così amava definirsi Francesco Landolfo, quasi a ricordarci l’ineluttabilità del nostro destino che sintetizzava nelle due date fondamentali: nascita e morte. Se n‘è andato come diceva spesso: senza troppi dolori, perché non sapeva come confrontarsi con le sofferenze.

Ora che non c’è più ricordo alcune cose come un sogno: delle nostre discussioni su tutto. Inutile dire: si parlava per ore, per far prevalere il proprio punto di vista e non si cambiava opinione nemmeno il giorno dopo. Mai.

Eravamo amici da sempre ma ci separava un ponte, posto tra lui e me, tra Grumo e Frattamaggiore. E lui simboleggiava quell’ostacolo come la logica divisione di due vite diverse, ma molto simili, almeno per il lavoro che facevamo.

Era la persona più adatta ad aggregare le persone, le più retrive, anche quando sembrava impossibile. Diceva che nella discordia c’è sempre qualcosa che unisce. Un uomo attivo, pieno di interessi e sempre alla ricerca di cose da fare.

Spesso sua moglie Franca, e le due figlie, Geppina e Adelia, lo riprendevano perchè dicevano che lavorava troppo, ma lui con un sorriso rimetteva le cose a posto. E intanto si dava da fare.

L’ultima sua creatura si chiama Arga, l’associazione dei giornalisti agricoli della Campania. L’ha ereditata quando era composta solo da tre persone. L’ha portata a quasi 100 iscritti. Riusciva a coinvolgere un po’ per volta proprio tutti, tant’è che ora è composta da giornalisti che amano la natura, l’ambiente, l’agricoltura.

Aveva voluto che mi occupassi del sito, perché, diceva, l’Arga non doveva avere confini.
L’anno in corso, sembrava essere quello giusto per far conoscere ai più la sua creatura, poi culminato con la sua riconferma a presidente dell’associazione, con un consenso plebiscitario.

Un giornalista di grande professionalità, di una pignoleria estrema quando c’era da scegliere i titoli per i pezzi del giornale, guai a sbagliare la punteggiatura, gli attacchi: il fatto andava raccontato e scritto per bene, sennò i lettori, diceva, cambiano giornale!

Ma amava le nuove leve, quelli che si avvicinavano al giornalismo trovavano in lui il maestro giusto per intraprendere la carriera. Aiutava quelli alle prime armi, cercava sempre una soluzione ai loro problemi, era il loro papà adottivo.

Apprezzato dai suoi colleghi che lo hanno sempre eletto negli organismi direttivi dell’Ordine dei giornalisti, ora ricopriva la carica di segretario dell’Ordine regionale dei Giornalisti campani.

Un uomo che sapeva leggere la storia del suo tempo: e la sua corrispondenza con i lettori sul suo adorato “Roma” di cui era stato vicedirettore e poi editorialista, gliene offriva l’occasione.
Era un uomo buono, generoso.

Come San Francesco, amava gli uccelli ed era noto il suo impegno per la salvaguardia dei volatili in Campania. Ricordo che spesso andavamo nei mercatini a comprare uccelli che poi liberava nei boschi della Baia domizia.

Non badava a spese e nemmeno ai disagi che comportava l’andare in giro per recuperare alla libertà i suoi amati uccelli. E si era associato all’Asoim, l’associazione ornitologica del sud, trascinando anche me nel suo mondo alla scoperta di quello dei volatili.

Era l’uomo che tutti avrebbero voluto per amico, perché era uno che dava, senza avere mai chiesto per sé, ma solo e sempre per gli altri.

Eravamo amici come fratelli, ci dicevamo sempre tutto. Ci chiamavamo più volte durante il giorno, ma la telefonata serale era quella riassuntiva del nostro quotidiano, fatto di critiche, pettegolezzi, appuntamenti e scherzi vari. Ma anche di riflessioni sul nostro essere a questo mondo, immaginando come potesse essere l’al di là.

Ora che non c’è più, quel ponte che ci divideva si è fatto più lungo che mai, resta il suo ricordo che mi accompagnerà fino alla seconda data.

Gianpaolo Necco

Ho ritenuto opportuno aprire questo post per far conoscere attraverso la testimonianza di un amico la figura di Francesco Landolfo e segnalare la data dell'apposizione della targa nella scuola di via Dante a lui dedicata.
 
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