| Rispondo a Vito 72. Di Gneo Nevio, così come di tantissimi personaggi dell'antichità, non si conosce nè il luogo né la data di nascita. Quindi ipotizzare il collegamento di Nevano a "quel" Nevio è sicuramente un azzardo. Per quanto riguarda il nome Nevano lo stesso va probabilmente collegato ad una gens Nevia, ma come indicazione di proprietà fondiaria. Infatti gli antichi nomi gentilizi romani che designano tante località italiane sono stati conservati fino ad oggi per il fatto che il catasto fondiario romano continuò a funzionare per secoli dopo la caduta dell'impero e gli antichi fundi (ossia i grandi possedimenti fondiari di epoca romana) pur cambiando di proprietà conservarono per molti secoli i nomi dei loro antichi possessori, quale denominazione identificativa, passando poi tali nomi ai villaggi che su quei territori sorsero anche in epoca successiva, come è sicuramente il caso di Nevano. Quindi non tanto a Gneo Nevio possiamo collegare il nome ma ad una gens Nevia di epoca romana, che non necessariamente corrispondeva a quella del poeta latina, per quanto possa essere presumibile un legame. In ogni caos è sicuramente il colmo che il nome di una strada dedicata a Gneo Nevio si trovi nel territorio che fu di Grumo e non in quello di Nevano. Ma, d'altra parte, anche via Principi di Montemiletto, che si riferisce agli antichi feudatari di Grumo (1641-1806) si trova in territorio di Nevano (suula strada S. Arpino-Fratta, sulla destra dopi il Bingo, andando a Fratta): quindi come scambi di strade Grumo e Nevano sono pari. Per il cimitero i tuoi ricordano bene, ma non fu distrutto per la nascita del cimitero consortile che risale addirittura al 1838 (dopo l'epidemia di colera) ma per un non ben chiaro contrasto tra amministratori. Progettato all'epoca del sindaco Michelangelo Chiacchio, intorno al 1949, il cimitero fu in gran parte realizzato da sindaco Aversano. Ma con il ritorno di Chiacchio al sindacato, nel 1956, l'opera fu fatta andare in malora. Qualcuno potrebbe pensare che il fatto che Chiacchio fosse divenuto proprietario delle terre di fronte al ostruito cimitero (oggi Parco Vittoria ossia ICE SNEI) e che negli anni 60 provvedesse ad erigere quello spaventoso complesso a più piani (si diceva che era per gli operai delle fabbriche sorte o che dovevano sorgere nella zona industriale grumese, sita tra il confine di Arzano ed appunto l'attuale Parco Vittoria, sulla via del Cassano, prolungamento Corso Garibaldi) possa avere un collegamento con l'abbandono del cimitero. Ma non ti so dire se le cose stiano veramente così. L'attuale via Galileo Galilei, nella sua prima parte ricalca la strada mediana del vecchio cimitero, nel quale furono costruite pure diverse serie di nicchie, poi abbattute. In fondo all'attuale strada, in adiacenza al prolungamento di via S. Domenico, negli anni '60 funzionava in inceneritore per i rifiuti (ti lascio immaginare la diossina).
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