Città di Grumo Nevano - Forum

La storia della città attraverso le sue vie, Toponimi relativi a Grumesi o legati ad avvenimenti locali

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ghibly58
view post Posted on 14/3/2008, 19:01




bravissimo e grazie anche da parte mia mi piacerebbe che si continuasse su questo forum a parlare delle cose positive e farle conoscere anche ad altre persone mi permetto Nufrio vai avanti cosi' che e' un piacere leggere queste cose :wub: :wub:
 
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adp
view post Posted on 15/3/2008, 23:07




adesso che le liste sono state presentate finalmente posso dirlo , ABBIAMO FONDATO UN PARTITO...
Il partito del Forum ,
il Partito di Domenico Cirillo ,
quello della Rinascita,
quello delle Tradizioni e dei Ricordi .

... SCHERZAVO !!!

Qui si fà sul serio, ci sono persone che amano la storia, le tradizioni ma sopratutto questa Città.


Se amate le passioni gentili,e se l'esercizio delle virtù sociali occupa la maggior parte del vostro cuore,ascoltate le voci della lenta
contemplazione,che si sforza di penetrare i misteri ,che nascondono all'uomo la causa fisica delle sue più delicate azioni morali.
( Domenico Cirillo )




Sono indignato ultimamente ho visto nascere Circoli,Partiti e altro , adirittura qualcuno in occasione del Bicentenario di Cirillo , questo con 8 anni di ritardo.

Provate a chiedere loro "Qaundo è nato Domenico Cirillo " non vi sapranno rispondere.


Questo Messaggio nasce per Ringraziare quelle poche persone che hanno creduto nel nostro impegno e ci deliziano con la loro presenza.

Grazie ancora a tutti




 
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edoras82
view post Posted on 16/3/2008, 00:43




Avete notato una cosa:
prendete una cartina della zona (basta andare su googlemap), puntate il nostro corso e allargate fino a vedere la Via Appia di Aversa, non so se avete mai fatto caso ma grosso modo vi è una congiungente dritta che porta dal corso di Frattamaggiore, passando per quello di Grumo, poi Casandrino, fino alle famose colonne di Giugliano. Vedendo su internet le origini di Grumo sono riportate ai Longobardi, e quindi grosso modo VI - VII secolo dC, mentre la parte finale di questa lunga congiungente è la vecchia Via Appia fatta costruire da Appio Claudio Cieco a partire dal 312 AC, quindi un bel pò prima. Secondo voi sono affretate le mie conclusioni che Grumo (o almeno la zona in cui ci troviamo) potesse essere un luogo di transito per la Via Appia. Ciò potrebbe essere confermato dal fatto che reperti di origine romana (ricordo che la storia di Roma spazia dal 509 AC al 476 DC) sono stati ritrovati nella piazza a Grumo negli anni 50!
 
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edoras82
view post Posted on 16/3/2008, 01:00




qualcuno ha questo libro?
Vita et translatio s. Athanasii neapolitani episcopi

da quello che ho letto in tale libro vi è scritta il primo riferimento databile all'877 riferito a Grumo Nevano: il probabile scrittore, l'agiografo di Salerno Guarimpoto, parla della translatio, cioè del trasporto della salma di Attanasio I da Montecassino a Napoli, e si nomina Grumum come luogo posto tra Napoli e la zona Atellana.
Per ora si confemano le origini longobarde...
 
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Nufrio Cincorana
view post Posted on 17/3/2008, 23:13




In effetti per quanto riguarda la viabilità antica è storicamente provato che Grumo si trovasse sulla via Atellana, ossia l’antica strada che collegava Capua a Napoli passando per Atella. Pertanto ipotizzare che questo luogo fosse abitato già in epoca romana, se non già in precedenza, può anche non essere discutibile, solo ci vogliono le prove. Di sicuro, a parte le dicerie di ritrovamenti archeologici in piazza Capasso (l’antica piscina?), vi è da dire che effettivamente negli anni ’60/’70 del Novecento sono stati segnalati ritrovamenti di tombe del IV secolo avanti Cristo in particolare in via Giuseppe Landolfo e a via Po (molto vicina alla precedente). Ma se le tombe ci segnalano la presenza umana nella zona, di certo non ci confermano la presenza di insediamenti: nell’antichità l’uomo non costruiva tombe nelle vicinanze di centri abitati, ma vicino alle vie di comunicazione.
Per quanto riguarda poi le origini longobarde di Grumo io ci andrei cauto.
Che Grumo esistesse nell’877 d.C. ce lo confermano appunto gli "Acta translationis S. Athanasii ep. Neapolitani", che furono editi nel primo volume dei "Monumenta ad Neapolitani Ducatus Historiam Pertinentia" curati da Bartolomeo Capasso (si tratta in tutto di nove pagine dove vi è solo una brevissima citazione di Grumo, dove un uomo posseduto dal demonio fu fatto passare sotto il feretro che conteneva i resti mortali del vescovo Attanasio, restando liberato dalla possessione demoniaca), ma non sappiamo quando tale insediamento sia effettivamente sorto. Inoltre non possiamo neppure essere certi che Grumo si trovasse in territorio longobardo. Nei cinque secoli circa che durò il dominio longobardo in Campania (più o meno tra il 570 ed il 1058) i confini tra i territori bizantino-ducali di Napoli e quelli longobardi, prima del ducato di Benevento e poi della contea di Capua, furono estremamente mobili ed incerti, in particolare a seconda dei tempi di guerra o di pace, e non è affatto detto che Grumo, data anche la sua vicinanza a Napoli, rientrasse nel territorio longobardo (anzi la stessa nomenclatura di loco ci rinvia ad un insediamento bizantino).
A puro titolo di curiosità aggiungerei poi il fatto che qualche storico locale, sulla scia di Giuseppe Castaldi, parla dell’esistenza di un “bosco” di Grumo nell’antichità, ma questo fatto mi sembra dovuto ad un errore del Castaldi che ha scambiato la parola latina locus (villaggio ma anche località) con lucus che significa appunto bosco.
 
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Nufrio Cincorana
view post Posted on 18/3/2008, 20:56




Ringrazio ancora per i complimenti, ma vi prego ragazzi, basta così. Preferisco che qualcuno mi sollevi problemi, come ha fatto edoras82, o magari pure interventi critici: sono più stimolanti.
 
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Nufrio Cincorana
view post Posted on 18/3/2008, 21:27




Per continuare il percorso delle antiche strade grumesi (non tralascerò Nevano ma anticipo che la toponomastica antica di quest’ultimo centro è peggio documentata e meno chiara), ci spostiamo da “Mezzo Grumo” all’attuale Corso Cirillo. In pratica arriviamo in quella che anticamente era la Platea di S. Tammaro, che dovrebbe corrispondere grosso modo al rione intorno al Corso Cirillo (fino a via S. Domenico, dove terminava la parte abitata del casale di Grumo) alla Piazza Pio XII, alle vie Damiano Chiesa (nell’800 via o vico Parrocchia) alle vie Armando Diaz e Luigi Cadorna che, anticamente appunto, avevano un solo nome: via della Cappella (nome segnalato già nel 1586) o delle Cappelle. Il nome al plurale è segnalato dal ‘700: sull’attuale via Diaz si affacciano da allora ben tre cappelle con ingresso separato rispetto alla chiesa parrocchiale. A quell’epoca le cappelle ospitavano rispettivamente le congregazioni di S. Tammaro, del Sacramento e di S. Antonio. Ma nel 1586 era una sola la cappella esistente al di fuori della chiesa: la cappella di S. Maria di Loreto. Dopo l’abbattimento e la ricostruzione della chiesa parrocchiale di S. Tammaro (all’inizio del ‘700) della cappella di S. Maria di Loreto non vi è più traccia documentaria (perché verosimilmente fu abbattuta per fare posto ad una chiesa più grande della precedente), mentre sono invece presenti le tre cappelle sulla via Diaz e la cappella del Rosario sulla via D. Chiesa. Ciò spiega pure perché tra ‘700 e ‘800 troviamo la denominazione strada o piazza delle cappelle per indicare sia le suddette strade che lo stesso largo davanti alla chiesa di S. Tammaro (il nome strada o piazza di S. Tammaro si ritrova solo sporadicamente fino al 1719).
 
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Nufrio Cincorana
view post Posted on 19/3/2008, 00:03




Ritornando indietro verso il centro (geografico) del casale di Grumo (che nel 6/‘700 non era Mmiez’ Rumm’, ma più esattamente l’incrocio tra via Spena, Corso Garibaldi e via Roma, insomma abbascio ‘e galesse di ottocentesca memoria, così denominato per lo stazionamento di calessi che svolgevano il servizio di trasporto passeggeri da e per Grumo) percorrendo la via della Cappella saremmo sbucati sulla strada di Napoli (la denominazione si trova solo dal ‘700) che aveva inizio dall’attuale Piazza Cirillo, altrimenti detta “la via di Arzano” (denominazione solitaria che ho trovato solo nel 1627) perché conduceva appunto nel vicino casale (così come ad Arzano la via che portava a Grumo era conosciuta come la via di Grumo, oggi via Pecchia).
Al riguardo mi piace precisare una cosa: da un documento del 1565 apprendiamo che a Grumo il monastero di S. Chiara di Napoli possedeva un appezzamento di terreno di una certa estensione (18 moggi al passo napoletano, ossia circa 3364 mq a moggio) che era delimitato ad oriente dalla strada che portava ad Arzano e ad occidente dalla strada che portava a Napoli. Di questo terreno tutt’oggi esiste una piantina a colori all’Archivio di Stato di Napoli risalente alla metà del ‘700. In pratica il terreno era situato tra gli attuali Corso Garibaldi (a oriente, quindi la strada di Arzano) e il prolungamento di via S. Domenico (zona svincolo asse mediano) (a occidente, quindi la strada di Napoli). Mi sembra importante sottolineare che ancora alla metà del ‘500 la vecchia via Cupa (che poi dovrebbe corrispondere al tracciato dell’antica via Atellana) svolgeva la funzione di strada di collegamento con Napoli, evitando il casale di Arzano, mentre l’attuale Corso Garibaldi portava “solo” fino ad Arzano. È probabile che già nel corso del XVII secolo la via Cupa abbia perso di importanza e sia rimasta abbandonata come strada di grande collegamento (la denominazione di via Cupa, che indicava solitamente una strada stretta ed incassata tra muri di tufo e siepi con alberi che la rendevano ombroso, ma anche “oscura”, per la strada di S. Domenico l’ho ritrovata solo a partire dal ‘600) essendo utilizzata ormai solo come strada campestre (lemmeto, limite, dal latino limes = sentiero, ma anche confine).
 
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Nufrio Cincorana
view post Posted on 19/3/2008, 01:46




A questo punto, prima di percorrere l’antica strada che da Grumo portava al casale di Frattamaggiore (antico insediamento che qualcuno ha voluto fondato nel IX secolo dai Misenati in fuga dalle distruzioni dei musulmani) facciamo un salto nel centro vicino dove alcuni antichi toponimi sono ancora in voga: chi di voi non ha sentito un frattese, magari non proprio giovanissimo, citare “chiazza mantano”? Ma che vorrà dire e che posto è? Semplice: la parlata corrente ha ormai storpiato l’antico toponimo di Piazza o strada di Pantano, come fino all’800 si chiamava l’attuale via Roma a Frattamaggiore. A questo punto ritorniamo a Grumo e percorriamo la strada che portava (e porta, a piedi però, superando il cavalcavia sulla linea ferroviaria) a Frattamaggiore: nel ‘700 questa strada era ormai conosciuta come la via di Fratta o di Frattamaggiore. Nel ‘600 però era in voga un altro toponimo: provate ad indovinare? Ebbene si, anche la nostra attuale via Roma si chiamava Piazza o strada di Pantano. E c’é da dire che questo toponimo è uno dei più antichi che ho trovato per il nostro antico casale che ci consenta di individuare con precisione un luogo. Infatti la denominazione di Pantano a Grumo, in questo caso riferita ad una località campestre, la ritroviamo già in un documento del 1298. Il fatto poi che tale toponimo si riferisca ancora nel ‘500 ad una contrada campestre, come ci testimoniano altri documenti che ho consultato, deve farci ritenere che ancora in quel periodo l’attuale via Roma costituiva il limite meridionale del centro abitato.
 
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adp
view post Posted on 19/3/2008, 08:31




@ Nufrio Cincorana

Ho aggiornato il primo messaggio di questa discussione con i tuoi ultimi interventi.

Controlla se và bene così.

Poi , quando mi dirai che è finito metterò tutto sul sito.


 
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vito_72
view post Posted on 19/3/2008, 10:59




@ Nufrio Cincorana

Ho letto da più parti che il nome Nevano derivi dal fatto che la zona ha dato i natali a Gneo Nevio, le risulta?
Se così fosse, sarebbe un personaggio illustremente dimenticato a cui è stata dedicata da pochi anni una strada tra la periferia di Grumo e Arzano ( che colmo!!!)

I miei ricordano che il primo cimitero di Grumo (poi distrutto per la nascita dell' attuale cimitero consortile) era ubicato nella zona dove adesso sorge l'isola ecologica, sa qualcosa?


Buona giornata a tutti

 
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Nufrio Cincorana
view post Posted on 19/3/2008, 15:18




Rispondo a Vito 72. Di Gneo Nevio, così come di tantissimi personaggi dell'antichità, non si conosce nè il luogo né la data di nascita. Quindi ipotizzare il collegamento di Nevano a "quel" Nevio è sicuramente un azzardo. Per quanto riguarda il nome Nevano lo stesso va probabilmente collegato ad una gens Nevia, ma come indicazione di proprietà fondiaria. Infatti gli antichi nomi gentilizi romani che designano tante località italiane sono stati conservati fino ad oggi per il fatto che il catasto fondiario romano continuò a funzionare per secoli dopo la caduta dell'impero e gli antichi fundi (ossia i grandi possedimenti fondiari di epoca romana) pur cambiando di proprietà conservarono per molti secoli i nomi dei loro antichi possessori, quale denominazione identificativa, passando poi tali nomi ai villaggi che su quei territori sorsero anche in epoca successiva, come è sicuramente il caso di Nevano. Quindi non tanto a Gneo Nevio possiamo collegare il nome ma ad una gens Nevia di epoca romana, che non necessariamente corrispondeva a quella del poeta latina, per quanto possa essere presumibile un legame.
In ogni caos è sicuramente il colmo che il nome di una strada dedicata a Gneo Nevio si trovi nel territorio che fu di Grumo e non in quello di Nevano. Ma, d'altra parte, anche via Principi di Montemiletto, che si riferisce agli antichi feudatari di Grumo (1641-1806) si trova in territorio di Nevano (suula strada S. Arpino-Fratta, sulla destra dopi il Bingo, andando a Fratta): quindi come scambi di strade Grumo e Nevano sono pari.
Per il cimitero i tuoi ricordano bene, ma non fu distrutto per la nascita del cimitero consortile che risale addirittura al 1838 (dopo l'epidemia di colera) ma per un non ben chiaro contrasto tra amministratori. Progettato all'epoca del sindaco Michelangelo Chiacchio, intorno al 1949, il cimitero fu in gran parte realizzato da sindaco Aversano. Ma con il ritorno di Chiacchio al sindacato, nel 1956, l'opera fu fatta andare in malora. Qualcuno potrebbe pensare che il fatto che Chiacchio fosse divenuto proprietario delle terre di fronte al ostruito cimitero (oggi Parco Vittoria ossia ICE SNEI) e che negli anni 60 provvedesse ad erigere quello spaventoso complesso a più piani (si diceva che era per gli operai delle fabbriche sorte o che dovevano sorgere nella zona industriale grumese, sita tra il confine di Arzano ed appunto l'attuale Parco Vittoria, sulla via del Cassano, prolungamento Corso Garibaldi) possa avere un collegamento con l'abbandono del cimitero. Ma non ti so dire se le cose stiano veramente così. L'attuale via Galileo Galilei, nella sua prima parte ricalca la strada mediana del vecchio cimitero, nel quale furono costruite pure diverse serie di nicchie, poi abbattute. In fondo all'attuale strada, in adiacenza al prolungamento di via S. Domenico, negli anni '60 funzionava in inceneritore per i rifiuti (ti lascio immaginare la diossina).
 
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Nufrio Cincorana
view post Posted on 21/3/2008, 22:48




A questo punto, siamo tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700, potremo percorrere il nuovo quartiere di Grumo, la Piazza Nuova, o quello che potremmo definire il quartiere dei Censi, imboccando l’attuale via Raffaele Chiacchio, appunto la strada di Piazza Nuova, che ho trovato citata per la prima volta nel 1647. Questo agglomerato di case cominciò a sorgere, probabilmente proprio all’inizio del ‘600, con la concessione di piccoli appezzamenti di terreno da parte dei feudatari di Grumo ad abitanti del casale che vi costruivano le proprie case, dietro la corresponsione di un canone annuo perpetuo, detto appunto censo. Gli appezzamenti era sottratti alla starza del feudatario (con questo termine anticamente si indicava una grande estensione di terreno di solito di natura feudale) denominata Starza Grande che, delimitata dagli attuali Corso Garibaldi e Via Dante, giungeva fin quasi al confine con Arzano. La concessione dei censi continuò tra il ‘600 e il ‘700 così che furono tracciate altre strade nel nuovo quartiere: la strada detta proprio dei Censi, che trovo citata all’inizio del ‘700 (ribattezzata all’inizio dell’800 strada Grotta, oggi via Cesare Battisti); la strada denominata Limitone, che costituiva la strada d’ingresso nella starza baronale (oggi via Enrico Toti); la strada dei Censi Nuovi, citata per la prima volta nel 1713 (all’inizio dell’800 ridenominata strada Sambuci, oggi via Principe di Piemonte).
 
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Nufrio Cincorana
view post Posted on 21/3/2008, 23:28




Nello Stato delle anime della Parrocchia di S. Vito Martire di Nevano dell’anno 1900 sono riportate le seguenti strade: strada S. Vito, via Croce, via di Sopra, via Viocciola, vico Viocciola, via Olmo. Infine sono citati il Palazzo detto Tribunale e la località Ferrovia.
A parte la strada dedicata a S. Vito, che mantiene tuttora tale nome (in un atto notarile del 1583 è già citata a Nevano la piazza de Sancto Vito), tutte le altre hanno mutato denominazione: via Croce è oggi via Duca d’Aosta; via di Sopra é via Giuseppe Landolfo; via Viocciola è via Santolo Cirillo; vico Viocciola è via Donato Del Piano, via Olmo è via Enrico Simonelli.
Risalendo indietro nel tempo troviamo che nel 1813, nel registro del catasto provvisorio di Grumo Nevano sono citate, per Nevano, le sole strade dell’Olmo, di S. Vito e di Sopra (è probabile che all’epoca la via Viocciola non esistesse o mantenesse la denominazione di strada dell’Olmo, mentre la via Croce, pur esistendo sicuramente, stranamente non è citata).
Intorno alla metà del ‘700 sono citate (nei registri parrocchiali della chiesa di S. Vito) le seguenti “platee” o luoghi a Nevano: sopra la Piazza; in mezzo Nevano; piazza della Portella; vicino alla Croce; dietro la Chiesa (mentre è ipotizzabile che sopra la Piazza possa identificarsi con la strada di Sopra, ossia via Landolfo, sarebbe veramente interessante sapere che luogo indicava il toponimo “in mezzo Nevano”: da notare, quindi, che non esisteva solo “in mezzo Grumo”).
Infine nello “Stato delle Anime della Parrocchiale Chiesa di S. Vito del Casale di Nevano” del 1722 sono riportati i seguenti toponimi: platea denominata la Piazza del Termine; loco detto alla Piazza Nova; Piazza della Croce. Verosimilmente mentre la piazza della Croce corrisponde alla via Duca d’Aosta, Piazza Nova potrebbe forse indicare la strada di Sopra, mentre la Piazza del Termine potrebbe indicare tutto l’agglomerato tra via S. Vito e Via Simonelli. Ma restiamo nel campo delle ipotesi. A puro titolo di curiosità: le “anime” registrate a Nevano nello Stato del 1722 ascendevano in tutto a 622.
 
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adp
view post Posted on 23/3/2008, 19:49




@ Nufrio Cincorana

Ho aggiornato questa pagina
fammi sapere se va bene così.
Oppure hai altro da scrivere.
 
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36 replies since 28/10/2007, 18:21   2896 views
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